L'attacco dell'Iran a Israele con missili balistici potrebbe innescare una guerra su larga scala in Medio Oriente.
In effetti, c'è molta ostilità tra i due paesi e, poiché non condividono nemmeno un confine, sarebbe inevitabile che un conflitto territoriale tra i due finisse per coinvolgere anche altri paesi.
Inoltre, entrambi hanno degli alleati, tra cui gli USA per Israele e probabilmente la Russia per l'Iran.
Il calo di ieri sui mercati: causato dall'attacco missilistico balistico dell'Iran contro Israele?
Ieri, non appena si è diffusa la voce di un possibile attacco dell'Iran contro Israele con missili balistici, i mercati hanno subito reagito negativamente.
Nel giro di poche ore l'attacco ebbe inizio e finì.
In quel momento le borse europee erano ancora aperte e anche quelle americane avevano già aperto.
Le borse statunitensi, dopo la diffusione della notizia, hanno registrato un -1,5%, che però ha recuperato parzialmente nel resto della seduta.
Il prezzo del Bitcoin è invece sceso da 63.700 $ a meno di 61.000 $, per poi riprendersi leggermente.
In particolare, è il prezzo del petrolio ad essere più indicativo quando si tratta di questioni geopolitiche in Medio Oriente che influenzano i mercati finanziari.
Ieri, il greggio WTI è improvvisamente salito da 67 a quasi 71 dollari, e poi ha continuato a salire oggi raggiungendo quasi 72 dollari.
Va notato, tuttavia, che nel corso del 2024, dopo essere salito da 72 a 87 dollari all'inizio dell'anno, a partire da aprile ha iniziato una discesa che si è conclusa solo il 10 settembre sotto i 66 dollari.
Pertanto, il prezzo attuale è ancora lontano dai massimi annuali, ed è perfettamente in linea con quelli di inizio anno, anche se è aumentato del 10% nelle ultime 4 settimane circa.
La continuazione della guerra
Poiché l’attacco di ieri dell’Iran è terminato, ma oggi sui mercati finanziari i timori rimangono, il punto chiave diventa ora come evolverà questo conflitto.
Ieri, ad esempio, sono emerse anche notizie di scontri armati nei territori del Libano meridionale, e questo dimostra che Israele non è disposto a rinunciare a portare il conflitto fuori dai propri confini se lo riterrà necessario.
Va ricordato che nei decenni passati, e in particolare nella seconda metà del XX secolo, sono stati numerosi gli episodi che hanno visto l'esercito israeliano combattere sul campo in Medio Oriente, al di fuori dei propri confini.
Per ora l'Iran ha subito solo attacchi remoti, anche perché tra Israele e Iran ci sono la Giordania e l'Iraq, ma Israele ha invece subito un attacco diretto sul proprio territorio da parte dei terroristi di Hamas sostenuti dall'Iran.
In questo momento i mercati sembrano convinti che la situazione difficilmente migliorerà nel breve termine.
I mercati delle criptovalute
Anche i mercati delle criptovalute stanno pagando questa situazione di incertezza e il timore di un conflitto sempre più ampio.
Prendendo come riferimento la capitalizzazione complessiva di questo mercato, ieri è scesa da 2,200 miliardi di dollari a 2,110, per poi continuare a scendere anche oggi fino agli attuali 2,090.
Si tratta solo di un -5% in circa 24 ore, ovvero un movimento non particolarmente ampio per questo mercato.
Inoltre, i valori attuali sono ancora perfettamente in linea con quelli del 19 settembre, quando è iniziato l'ultimo piccolo rally che ha portato il prezzo di BTC ben oltre i 60.000 dollari.
A inizio settembre era sceso anche a 1,8 trilioni di dollari, quindi la situazione attuale per ora non sembra affatto preoccupante.
Uptober è già finito?
C'è già chi sostiene che il tanto atteso "uptober" non avverrà quest'anno.
Con “uptober” intendiamo un mese di ottobre positivo per i mercati finanziari, e in particolare per quelli crypto.
Basti pensare che dal 2013 al 2023, per nove mesi su undici il mese di ottobre si è rivelato positivo per il prezzo del Bitcoin.
Inoltre, negli anni dell'ultimo dimezzamento (2016 e 2020) ad ottobre il prezzo del BTC è aumentato rispettivamente del 14% e del 27%.
Gli unici due anni in cui ottobre è stato negativo sono stati due anni di mercato ribassista.
Il punto è che a poco più di 24 ore dall'inizio del mese è ancora troppo presto per iniziare a immaginare come andrà a finire.
Inoltre, con le elezioni americane di inizio novembre, potrebbe iniziare una nuova fase rialzista, e i mercati potrebbero iniziare a scontare questa possibilità già nella seconda metà di ottobre.
Situazioni simili a quella attuale sui mercati delle criptovalute si sono già verificate diverse decine di volte, e non sono mai riuscite a cambiare l'andamento di medio/lungo periodo.
Insomma, nel breve termine potrebbe effettivamente esserci qualche sofferenza per un po', ma nel medio/lungo termine la parola definitiva non è ancora detta.
Ciò porta a non poter affermare affatto che ciò che è accaduto ieri, e ciò che sta ancora accadendo, darà inizio a un nuovo bear-market. La situazione è ancora incerta e ancora da decidere.